Intraducibili ma universali: idee e sensazioni che ci uniscono nel mondo
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La bellezza di conoscere altre lingue, altre culture, è questa: esistono espressioni, a volte davvero sorprendenti, che riescono a dar forma e un nome ad emozioni e sensazioni che ciascuno di noi ha provato. Per questo vogliamo fartene conoscere alcune - per ricominciare ad aprirci al mondo in tutte le sue sfumature meravigliose.
Questa parola ha come radice la parola greca antica eleutheria, la libertà. Nella mitologia greco antica, l'epiteto Eleutherios, liberatore, veniva attribuito ad esempio a Dioniso, dio del vino e degli eccessi, proprio in virtù della sua capacità di sciogliere ogni freno inibitore. Ecco allora che eleutheromania è quel desiderio irrefrnabile di libertà, ai limiti dell'ossessione. Oggi questa parola è stata ripresa dalla lingua inglese anche con un'accezione positiva, per evocare ad esempio lo stato di una persona colta dall'irresistibile desiderio di viaggiare.
Concetto cardine della sensibilità estetica e spirituale giapponese, mono no aware può tradursi letteralmente "sensibilità delle cose". Presente dagli albori della letteratura nipponica e analizzato approfonditamente nel XVII secolo dal poeta Norigata, l'espressione mono no aware racchiude in sé l'idea di qualcosa che è bello proprio perché destinato a scomparire. In altre parole, è quella sensazione di meraviglia e di malinconia assieme che si prova per qualcosa di tanto bello quanto effimero, come ad esempio... i fiori di ciliegio.
Di origine gaelica, craic è un termine noto ad ogni irlandese che si rispetti. In effetti, come dar loro torto se sono alla costante ricerca del momento giusto, quel momento che permette di vivere qualcosa di bello in famiglia o tra amici (con o senza birra)? E' proprio questa la definizione di craic, una vera e propria filosofia di vita che permette di prendere le distanze dai preconcetti e, semplicemente, riconoscere il momento giusto per vivere delle belle esperienze in compagnia. Un giorno senza craic non può essere un buon giorno!
Letteralmente, Voorpret si potrebbe tradurre in due modi: anticipazione, o piacere per l'attesa. Questa parola olandese, insomma, riassume precisamente il pensiero per cui "l'attesa del piacere è essa stessa il piacere" (Lessing). L'attesa di partire in viaggio, di vedere qualcuno (che non sia necessariamente uno stretto congiunto) o magari semplicemente di spostarsi da casa (per più di 200 metri). Che sia il caso di adottarla nel nostro dizionario?
Saudade è probabilmente una delle parole portoghesi più difficili da tradurre e allo stesso tempo una delle più utilizzate. Resa celebre da Cesaria Evora, evoca la dolce e al contempo amara nostalgia di un luogo, di un momento, di una persona. Un sentimento universale che si esprime al meglio se, alla parola, si affianca la musica.
Utilizzata spessissimo dai francesi, la parola dépaysement non ha una traduzione letterale che ne racchiuda il significato esatto; certo, può venire tradotta come espatriare o cambiamento di scenario, ma è in realtà quella sensazione di trovarsi in un contesto inedito, un paesaggio che fino a quel momento era sconosciuto. E' quella leggera adrenalina che si sente viaggiando, quando si rimettono in prospettiva le nostre abitudini e certezze confrontandole con la realtà nuova con cui ci si scontra e incontra.
Fernweh è quel bisogno viscerale di andarsene, di partire alla scoperta di posti nuovi. In tedesco è il contrario di Heimweh, la nostalgia. Simile alla più famosa Wanderlust, parola che si è guadagnata il primo premio per gli hashatg nei social media, Fernweh è la curiosità per ciò che è sconosciuto nel mondo - quella curiosità che anima ciascun viaggiatore.
Ci siamo divertiti tantissimo a trovare e a raccontarvi queste espressioni e parole, e speriamo che questo piccolo viaggio tra le parole del mondo vi abbia ricordato quanto la voglia di evasione, di viaggiare e di scoprire sia universale, anche quando è espressa in una parola all'apparenza incomprensibile.